La bicicletta

La scelta di pedalare per “dichiarare guerra a tutte le guerre” è una scelta simbolica: richiama la possibilità di un nuovo stile di vita, in cui ci si possa fermare, e trovare un tempo di pace. La bicicletta diventa così mezzo ideale e reale di un cambiamento sostenibile, ecologico e a passo d’uomo e rivela il suo potenziale come arma pacifica di azione di massa.

Spostarsi sulle due ruote sta diventando una vera e propria occasione per migliorare la qualità della vita, nel rispetto delle persone e dell’ambiente. L’hanno capito bene tante capitali e grandi città nei cinque continenti e, in un crescendo, tante altre realtà che anche nel nostro Paese promuovono, con iniziative mirate, l’utilizzo quotidiano della bicicletta.

Nei paesi meno sviluppati la bicicletta aiuta a lavorare, a studiare, a prendersi cura di amici e parenti, a portare soccorso con minor sforzo. La bicicletta aiuta le popolazioni a mantenere una propria identità e ad utilizzare meglio le risorse dei Paesi di origine.

Alla forza della bici come mezzo democratico, va aggiunta la visione del mondo del ciclista, un soggetto che nell’ambito del caos del traffico motorizzato può essere considerato debole. Un soggetto, quindi, più propenso alla comprensione del concetto di rispetto degli altri e dell’esistenza e dunque anche più sensibile alle tematiche della “Etica del pedalare” che si esprimono nello slogan “Se vuoi la pace dichiara guerra alla guerra